“Montagne”
Ammirate, vissute, scalate, percorse, profondamente amate. A volte anche calpestate, odiate. Vissute come limite e non come patrimonio, come parte di noi stessi. Ora riconosciute patrimonio dell’Umanità. Ammirate, vissute, scalate, percorse, profondamente amate. A volte anche calpestate, odiate. Vissute come limite e non come patrimonio, come parte di noi stessi. Ora riconosciute patrimonio dell’Umanità. Ammirate, vissute, scalate, percorse, profondamente amate. A volte anche calpestate, odiate. Vissute come limite e non come patrimonio, come parte di noi stessi. Ora riconosciute patrimonio dell’Umanità.
Cari soci
cari abitanti del Cadore,
cari ospiti che frequentate questa Terra,
alle soglie del nuovo millennio anche noi, del Gruppo Promotore del Parco del Cadore (è così che oramai lo chiamiamo), abbiamo riflettuto su cosa può rappresentare una data così simbolica. E per farlo abbiamo sentito il desiderio di riproporre, a tutti, la bellezza e la forza delle nostre montagne e della sua gente.
Picchi e alpinisti, sciatrici e ghiacciai, guide e guglie. L’uomo, la donna e il Monte, assieme, innamorati l’uno dell’altra. Così era, un tempo, la nostra valle, il nostro Cadore. E così, per tanti e tanti anni, l’abbiamo saputo conservare e sviluppare, vivere e progredire. Poi i “miti lontani” hanno travolto anche la lungimiranza e la diffidenza di chi abita l’alpe. Dopo anni d’emigrazione, di vita “dura ma dignitosa”, la fabbrica, il denaro, il troppo denaro, hanno ridisegnato la nostra comunità e minato la vita nella nostra vallata.
Sono stati gli anni delle piccole e medie industrie, dei laboratori artigianali, del benessere economico finalmente raggiunto. Ma sono stati anche gli anni dell’abbandono della montagna (allevamento, cura dei boschi e dei prati) e, per troppi, della cultura (ragazzi giovani che hanno scelto di guadagnare “subito” lasciando la scuola precocemente). La nostra valle operosa – e chi aveva compiti istituzionali di indirizzo e di scelta – non hanno saputo studiare alternative all’importante economia che ci ha fatto conoscere in tutto il Mondo (l’occhiale).
L’ambiente naturale, la nostra grande carta da giocare, il patrimonio da cui trarre interesse, anziché essere valorizzato, a volte è stato dimenticato, altre ancora ferito. I ragazzi che hanno scelto di studiare dopo l’università non hanno avuto posti per tornare… E chi è rimasto ha chiuso, piano piano, la porta,., quella della solidarietà, della fantasia… della ribellione, E il vivere in una zona così bella, anche se geograficamente marginale, anziché una condizioni privilegiata (con i nuovi mezzi, anche telematici, molte distanze sono coperte) per molti è divenuto un disvalore.
Ma sotto tanti anni di storia così ricca, crediamo non possa che esserci tanta brace che arde. Ma dovremo soffiare forte, e insieme, sotto le ceneri in cui ci troverà questo terzo millennio, ceneri che hanno le sembianze di una crisi economica che porterà fatica e sofferenze. Ma forse sarà proprio questa cenere – e le sue braci nascoste da riattizzare – che sapranno dare luce al nuovo fuoco di passione alle nostre anime. La nostra gente vuole lavorare ma anche sognare… vuole saper salire – come i nostri alpinisti – ma anche saper scendere. E la montagna insegna che, spesso, è più diffìcile e più pericolosa la discesa che non la salita.
Il Gruppo che propone il Parco del Cadore augura questo alla sua gente e a chi ama questi monti augura di saper trovare la scintilla per costruire nuovi percorsi di vita… perché queste montagne, e il suo Parco, siano montagne e un Parco da vivere… Per farlo bisogna saper camminare… arrampicare e non calpestare…
Il Cadore, la provincia di Belluno, racchiudono in sé bellezze stupende e menti di uomini e donne meravigliose, artisti e artigiani, cittadini e cittadine laboriosi che non temono la fatica.. Ma perché un sogno diventi realtà bisogna essere in tanti a soffiare… affinché la nostra terra diventi un laboratorio capace di sperimentare opportunità lavorative e qualità della vita. Un Parco da vivere… insomma, un’opportunità in più, da non perdere, per tutti.
Auguri di buon 2000. Gruppo Promotore del Parco delle Marmarole Antelao Sorapiss – Parco del Cadore